Ogni regione ha il suo fritto, composto da verdure semplici o farcite, da carne, da crocchette, da frittelle salate ma anche dolci. In Toscana sono le verdure semplicemente impastellate a farla da padrone. Ecco le istruzioni da seguire per un fritto di verdure, tratte dal libro di Aldo Santini "La cucina fiorentina". Negli immediati dintorni di Firenze sono vari i ristoranti famosi per il loro fritto ed ognuno ha la sua ricetta segreta con o senza rete di pastella che lo avvolge. Qualunque essa sia è importante far riposare la pastella poiché, girandola di tanto in tanto, gli eventuali grumi della farina avranno modo di sciogliersi. Le diete e la paura di rovinarsi il fegato tengono lontani i fritti dalle nostre tavole. È un peccato. Senza considerare il piccolo particolare che il fegato ce lo roviniamo arrabbiandoci con la moglie, con i figlioli, con il capufficio, con i programmi fessi della tivvù, con i motociclisti cretini, con i ministri incompetenti, con i cani del vicino che abbaiano tutta la notte, eccetera eccetera. Rovinato per rovinato, concediamoci, ogni tanto, un bel fritto con olio d'oliva di buona qualità: sempre rinnovato, questo è importante. Cominciamo dalla pastella. Ad Artimino ci consigliano per 6 persone - 1 uovo
- 200 gr di farina
- ½ lt d'acqua
- sale
Che la pastella sia molto liquida. Lasciarla riposare almeno mezz'ora. E passarci a piacere, carciofi tagliati in 4 o in 6, dipende dalla loro grandezza, zucchini e melanzane tagliati a fettine, cavolfiore a pezzetti, fiori di zucca, coste di bietola, anelli di cipolla, foglie di salvia, e, perché no?, pezzi di cervello, di rognone, di animelle, di coniglio e di pollo. Quindi friggere nell'olio bollente. Sgrondare su carta gialla (ma ce n'è ancora?) o assorbente e servire caldissimi. Ricetta del ristorante "Da Delfina" di Artimino |