|      Questa zuppa è una minestra della cucina borghese piemontese tratta dal "Codice della cucina piemontese" di Jole Richelmy. La ricetta è scritta in maniera strana, il procedimento si capisce ma lo "stile" di scrittura non è quello delle altre ricette presentate nel libro (chissà perché?). Nella sostanza ricorda un po' un'altra preparazione a base di funghi, l'acquacotta alla Pinchiorri.         [Ingredienti per 4 persone]    - 320 gr di funghi
 - burro
 - una cipolla
 - rosmarino
 - sale
 - quattro rossi d'uovo [(tuorli)]
 - noce moscata
 - [crostini di pane abbrustoliti]
 - cacio
 
         Pulire 320 gr di funghi tritati finissimi e gettarli in una casseruola con trenta grammi di burro e una cipolla "tajà a fëtte" (affettata), un ramicello di rosmarino, sale.    Cottura per una mezz'ora. Aggiungere due litri d'acqua, far sobbollire un'ora e mezzo. Passare la zuppa al setaccio e dopo qualche istante ritirarla dal fuoco.    Mettere in una zuppiera quattro rossi d'uovo, sessanta grammi di burro e un po' di raschiatura di noce moscata. Mescolare bene tutto, versare sopra dolcemente il brodo di funghi, gettarvi i crostini di pane, rosolati alla graticola e aggiungere del cacio raspato.      |