|    La caratteristica di questa versione toscana delle patate arrosto è che esse devono cuocere in tanto olio più tutto il grasso che cola nella "ghiotta", che è la leccarda da porre sotto alle carni di un arrosto girato. La "ghiotta", come utensile, in Toscana ha dato origine a questo piatto, in Umbria la stessa "ghiotta" ha creato la salsa di accompagnamento delle carni arrostite dei volatili.; nulla a che fare con l'"agghiotta" siciliana, il modo di cucinare il pesce in un soffritto di cipolla con il pomodoro e le olive.    Per questa ricetta, tratta dal libro "La cucina fiorentina" di Aldo Santini, non è necessario usare il girarrosto, le patate sono cotte da sole in forno, magari con qualche cucchiaio d'olio in più rispetto a quello indicato.           Patate: altro regalo dell'America, insieme al pomodoro e al tacchino, al fagiolo, al peperoncino, al cacao, all'ananas. E la "ghiotta" cos'è mai? È la padella dal manico lungo che nelle vecchie cucine toscane raccoglieva l'unto del girarrosto. E nella "ghiotta" si arrostivano le patate a tocchi. Ne veniva fuori un contorno da leccarsi i baffi.    Oggi, se il girarrosto non c'è, Giovanni Cappelli, il "mago" del vin santo che ha la sua cantina e il suo ristorante nel Chianti, ci suggerisce questo procedimento.         per 6 persone         - 1,2 kg di patate
 - 6 cucchiai di olio d'oliva
 - 6 spicchi d'aglio
 - 2 rametti di rosmarino
 - 2 rametti di salvia
 - sale
 - pepe
 
   Si tagliano a tocchetti le patate pelate, si distribuiscono a strato unico in una teglia, si aggiungono l'aglio tagliato, rosmarino e salvia, oltre all'olio, è naturale. Sale e pepe con abbondanza. E la cottura? Per un facsimile dell'antica "ghiotta" bisogna mettere la teglia nel forno a 180 gradi e tenercela per 2 ore circa. Avrete delle patate croccanti.    Ricetta del ristorante "Montagliari" di Panzano.      |